La vertenza degli ex dipendenti dei Csl si trascina da 9 anni
L’assessore al Lavoro Mura garantisce: procedure rapide
SASSARI Si apre un’altra pagina nell’annosa vertenza degli operatori del progetto Lavor@bile. Dopo la nuova doccia fredda, gli ex dipendenti dei Centri per i servizi del lavoro tornano alla carica per rivendicare il reintegro nel posto di lavoro perso dopo diversi contratti e altrettante proroghe tra il 2006 e il 2012. I lavoratori disabili, riuniti da tempo in un’associazione che porta il nome del progetto, rivolgono ora un nuovo appello, questa volta al presidente della Regione Francesco Pigliaru, per chiedere di scrivere la parola fine alla vicenda che li vede in trincea da almeno nove anni. Per capire il senso della nuova protesta bisogna riavvolgere il nastro almeno di qualche mese, quando, a fine febbraio di quest’anno, il consiglio regionale – primo firmatario la consigliera Alessandra Zedda – aveva votato un articolo della Finanziaria che prescriveva la riassunzione dei lavoratori del progetto Lavor@bile per riprendere l’aggiornamento del Sistema informativo che gestisce la bancadati regionale del lavoro. Stando a quella delibera, che l’assemblea regionale aveva votato all’unanimità, entro trenta giorni lo staff amministrativo dell’assessorato al Lavoro avrebbe dovuto convocare i lavoratori per il tanto agognato reintegro. «Ne sono trascorsi quasi duecento – sostiene Ermelinda Delogu, presidente dell’associazione Lavor@bile, che rappresenta un centinaio di lavoratori in tutta la Sardegna – ma nessuno di noi ha mai ricevuto alcuna comunicazione, tutto questo dopo diversi tentativi di stabilire un contatto con l’amministrazione, dopo la richiesta di accesso agli atti e dopo avere trasmesso un cospicuo dossier al governatore Francesco Pigliaru».
Lo scorso 10 settembre, la consigliera Alessandra Zedda era tornata alla carica con una interrogazione, firmata da nove consiglieri, indirizzata al presidente Pigliaru e all’assessore al Lavoro Mura, per chiedere conto della «mancata applicazione – si legge nel testo –delle disposizioni relative alla prosecuzione degli interventi finalizzati all’occupazione, al superamento della precarietà e all’inclusione sociale di cui al progetto Lavor@abile». Soprattutto, si chiedeva al presidente della giunta regionale e all’assessore competente quali iniziative intendessero promuovere per consentire il reintegro dei lavoratori.
«Di fronte al silenzio assordante –prosegue amaramente Ermelinda Delogu – non ci resta altro da fare che tornare sulle barricate in attesa del 20 ottobre giorno in cui assessorato e Province dovrebbero incontrarsi per la stipula delle convenzioni». La loro storia è stata raccontattante volte: in Regione, nel 2006, c’era Renato Soru quando il progetto venne varato per la prima volta. L’intento era quello di consentire a lavoratori disabili, e titolati, di operare all’interno dei Centri servizi del lavoro. Un programma pensato per loro che difficilmente, senza uno specifico provvedimento, avrebbero potutotrovare lavoro.
La loro condizione non ha certo impedito di lavorare alacremente e guadagnare la stima dei colleghi e di tutti gli utenti. In più di sei anni,
dopo avere imputato dati e allacciato relazioni con gli utenti del servizio (molti disabilicomeloro), si sono trovati a lottare contro la dura realtà della disoccupazione. Proteste e ricorsi (perfino alla Corte europea di Strasburgo), sit-in e manifestazioni, per vedere riconosciuto il diritto a essere riassunti. A febbraio sembrava fatta, ma qualcosa è andata storta. Le speranze, ora, sono riposte nel nuovo appello al presidente Francesco Pigliaru. Dal canto suo, l’assessore regionale al Lavoro Virginia Mura ha garantito tutto il suo impegno per accelerare la procedura.
Antonio Meloni
Fonte La Nuova Sardegna 13 Ottobre 2015