SASSARI. La vertenza Lavor@bile potrebbe essere alla svolta, gli ex dipendenti disabili dei Centri servizi del lavoro denunceranno lo Stato italiano alla Corte europea di Strasburgo. Venerdì mattina, Ermelinda Delogu, portavoce della costituenda associazione che raggruppa i 35 ex lavoratori sardi, trasmetterà ai giudici internazionali un corposo esposto in cui non più la Regione, ma direttamente lo Stato viene ritenuto responsabile della loro mancata riassunzione in servizio. L’iniziativa è l’esito di una specifica richiesta arrivata da Strasburgo in cui i magistrati europei, dopo avere esaminato la prima denuncia, presentata dal gruppo Lavor@bile contro la Regione sarda, avevano assegnato alla pratica un numero di posizione, spiegando però agli ex lavoratori che l’iniziativa doveva essere formulata contro lo Stato italiano. In allegato alla richiesta, gli uffici della Corte europea dei diritti umani hanno anche trasmesso un formulario che i lavoratori rispediranno compilato il 14 marzo.
Intanto nei giorni scorsi il ministero del Lavoro, a cui la prima denuncia era stata inoltrata per conoscenza, ha trasmesso gli atti al dipartimento per le Pari Opportunità del Consiglio dei ministri, “per le opportune valutazioni _ si legge nella comunicazione inviata alla portavoce del gruppo _ e le eventuali iniziative di competenza”. Insomma, il Ministero ha chiesto ufficialmente al Governo di scrivere la parola fine sull’annosa vicenda.
Dal canto loro, gli ex lavoratori sono sempre più intenzionati ad andare fino in fondo pur di vedere riconosciuto il diritto al posto di lavoro. Stando alla denuncia dei Lavor@bile, i fatti risalgono al 2006, quando, per far fronte all’aggiornamento del sistema informativo dei Csl (gli ex uffici di collocamento), la Regione sarda, dopo una selezione pubblica, attingendo dalle graduatorie provinciali, assunse, con contratto a tempo determinato, un certo numero di lavoratori disabili, tutti in possesso della qualifica di operatori di computer. L’operazione riguardò i Csl della Sardegna e nel corso degli anni, attraverso reiterazioni di contratti, i lavoratori, hanno garantito l’aggiornamento del sistema e la tenuta dei rapporti con migliaia di utenti, molti disabili come loro. Ma a differenza dei lavoratori assunti nello stesso periodo come co.co.co., e qui, stando alla denuncia, scatterebbe la discriminazione, ai disabili di Lavor@bile, nel giugno 2012, viene interrotto il rapporto di lavoro. Appelli, denunce, richieste di intervento, manifestazioni di protesta, promossi a diversi livelli e in tutte le sedi istituzionali interessate al problema, sono sistematicamente caduti nel vuoto.
L’ultima iniziativa, in ordine di tempo, risale alla fine dell’anno scorso quando gli ex lavoratori disabili avevano promosso un sit-in a Cagliari di fronte agli uffici della Regione sarda. In quella sede, dopo essere stati ricevuti dallo staff dell’assessore al Lavoro, avevano scoperto con sorpresa che in Regione non conoscevano la vicenda. “E’ toccato a noi _ racconta Ermelinda Delogu _ ricostruire le fasi della vertenza di fronte alle facce sbigottite dei nostri interlocutori”. Dopo l’ennesimo appello caduto nel vuoto, il gruppo, assistito dall’avvocato Carlo Ermini, inoltrò la prima denuncia a Strasburgo.
Venerdì sarà trasmesso il secondo esposto, poi non resta che attendere le decisioni dei giudici europei, che, se accogliessero il riscorso, imporrebbero allo Stato italiano di definire la vertenza una volta per tutte.
Antonio Meloni
Fonte La Nuova Sardegna 12 Marzo 2014