PROGETTO LAVOR@BILE LA REGIONE SI SCORDA DI CINQUANTA DISABILI

imagePORTO TORRES. Se non rischiasse di essere riduttivo, si potrebbe concludere che dopo lo smacco è arrivata la beffa. Perché dopo anni di vertenze, nel momento in cui erano convinti fosse arrivata la stabilizzazione, gli operatori del progetto Lavor@abile sono dovuti tornare in piazza. Lo hanno fatto nei giorni scorsi per protestare contro la Regione che, a loro dire, non li ha inclusi nel piano di riorganizzazione dei Centri servizi del lavoro dove hanno operato per quasi sei anni. Per capire bene cosa sia successo, è necessario riavvolgere il nastro di almeno sei mesi e cioè quando, a maggio scorso, la Regione ha varato una specie di piano di riorganizzazione dei Csl, gli ex uffici di collocamento. Il bando è di due mesi più tardi e siamo ad agosto quando alcuni di loro, convinti di avere pieno diritto alla partecipazione al concorso, hanno fatto domanda per l’inserimento nei Centri. «I termini erano chiari – spiega Linda Delogu, portavoce della costituenda associazione Lavor@bile –: tutte le persone che a vario titolo hanno operato nei Csl entro il dicembre del 2012, possono essere assunte nei Centri attraverso l’Agenzia regionale del lavoro». Loro hanno studiato i termini del bando e ritengono di rientrarci in pieno perché, tra assunzioni e proroghe, hanno avuto almeno quattro contratti tra il 2006 e il 2012. Peccato che quelle domande, presentate per tempo in Regione dagli ex Lavor@abile, non siano state accolte. «Lo abbiamo scoperto a cose fatte – incalza Linda Delogu – dopo una serie di rimpalli tra strutture e un sit-in di fronte alla Regione, siamo stati ricevuti in assessorato, a Cagliari, dove ci hanno detto a chiare lettere che di noi non conoscevano nemmeno l’esistenza». Per ovviare all’inconveniente, la Regione ha avanzato la controproposta di farli lavorare sei mesi nei Comuni in regime di servizio civile in attesa di capire come risolvere la questione: »La nostra risposta – conclude Delogu – non poteva che essere negativa perché dopo tanti anni e altrettante vicissitudini riteniamo sia arrivato il momento di vedere riconosciuto il nostro diritto al lavoro». Ora i Lavor@abile, 50 persone in tutta la Sardegna, hanno deciso di costituirsi in associazione e di andare fino in fondo a una vicenda che dura da troppo tempo. «Chiediamo all’assessore Mariano Contu di essere inseriti, con decreto urgente, nel piano di riorganizzazione dei Csl e siamo disposti a portare la vertenza fino agli uffici europei di Bruxelles qualora da Cagliari non arrivasse risposta». La storia di questi operatori è stata raccontata tante volte: in Regione, nel 2006, c’era Renato Soru quando il progetto Lavor@abile è stato varato per la prima volta. L’intento era quello di consentire a lavoratori disabili, e titolati, di operare all’interno dei Centri servizi del lavoro. La loro condizione non ha certo impedito di lavorare alacremente e guadagnare la stima dei colleghi e di tuti gli utenti. Ora la vertenza sembra arrivata a una svolta, a meno che, di fronte all’eventuale silenzio della Regione, i Lavor@bile non decidano di ricorrere all’Unione europea.

Antonio Meloni

Fonte: La  Nuova Sardegna 5 Novembre 2013

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