I DISABILI SCENDONO IN PIAZZA A CAGLIARI

Da martedì sit-in di 3 giorni davanti alla Regione contro il mancato rispetto del loro diritto al lavoro

SASSARI. I lavoratori disabili scendono in piazza e lo fanno a muso duro per rivendicare un diritto sacrosanto di cui, più che mai, chiedono il rispetto. Tre giorni di protesta sotto la sede del consiglio regionale per chiedere a gran voce l’applicazione di una legge dello Stato che garantisce l’assunzione a donne e uomini da anni impegnati in una vertenza travagliata. Si sono dati appuntamento il 17 aprile a Cagliari, in via Roma, sotto la sede dell’assemblea regionale, per gridare tutta la loro rabbia dopo anni di rivendicazioni, lettere senza risposta e richieste inascoltate. Fino a giovedì 19 istituiranno un presidio fisso per raccontare alla gente le loro storie difficili nella speranza che qualcuno, dal Palazzo, apra un dialogo con loro. Non saranno soli, avranno il sostegno di una ventina tra associazioni sindacali e di tutela che hanno fatto propria la battaglia quotidiana di 37 mila sardi disabili iscritti nelle liste dei centri per l’impiego. Puntano l’indice contro il governatore Pigliaru e l’assessora al Lavoro Mura ai quali, negli ultimi anni, dicono di avere indirizzato diversi appelli, caduti desolatamente nel vuoto.
Al centro della vertenza c’è l’applicazione delle legge 68 del 99 che sancisce il diritto dei disabili ad avere un lavoro garantendo quel minimo di dignità che consente a persone come loro di vivere serenamente. Portavoce di questa protesta è una donna, Ermelinda Delogu, presidente dell’associazione regionale progetto Lavor@bile, nata a Sassari qualche anno fa per tutelare il diritto dei lavoratori con disabilità.
«Dopo tanto patire – spiega – ciò che ci lascia basiti sono il silenzio e l’indifferenza del governatore Pigliaru e dell’assessora Mura che non hanno mai risposto alle nostre continue richieste di applicare i termini di una legge che riconosce la nostra condizione, garantisce il lavoro, ma senza ricorrere a surrogati come i tirocini che mortificano la dignità dei disabili e creano false aspettative».
Secondo la denuncia, l’80 per cento circa dei posti riservati ai disabili nella pubblica amministrazione sarda non è coperto, come dire che su una quota di 404 posti disponibili, solo 118 sarebbero occupati da lavoratori con disabilità.
«Siamo davanti a un fallimento totale – incalza Delogu – dovuto all’assenza di politiche attive per il lavoro e di progetti inclusivi destinati ai disabili, ma ciò che più sorprende è che il lavoro era un punto fermo del programma politico tracciato a suo tempo dal governatore Pigliaru». Temi delicati che saranno anche al centro di un convegno in programma a Sassari il prossimo giugno, a cui saranno invitati esperti di settore, esponenti politici, ma soprattutto lavoratori disabili che racconteranno in diretta le loro battaglie quotidiane. Tutto parte da un documento programmatico stilato a Cagliari la scorsa primavera – primi firmatari le associazioni Lavor@bile e Fish (Federazione italiana superamento handicap) – ma sottoscritto anche da Cgil, Uil, Federazione sindacale sarda e Fand (Federazione fra le associazioni nazionali delle persone con disabilità).
Una piattaforma in 11 punti trasmessa al governatore Pigliaru, all’assessora Mura e al direttore generale dell’Aspal Massimo Temussi e per la quale non sarebbe mai arrivata alcuna risposta. Dopo anni di battaglie e appelli inascoltati, ai disabili, dunque, non resta che la piazza.

Antonio Meloni

Fonte La Nuova Sardegna 14 Aprile 2018

3 commenti su “I DISABILI SCENDONO IN PIAZZA A CAGLIARI”

  1. E’ una vergogna che i disabili di qualsiasi genere siano considerati come lavoratori di serie b. Io lotto da anni contro questo assurdo sistema, con una disabilita` con 85% disoccupata dal 2012 vorrei parlare con chi gestisce i nostri fondi. E’ vergognoso tutto il sistema!!!

  2. E` vergognoso come noi disabili veniamo esclusi dal mondo del lavoro, quando esiste una legge che dovrebbe tutelarci. Io ho una disabilita` dell` 85%, da anni mi batto contro questo schiffoso sistema. Vorrei poter dire tutta la mia travagliata storia ai politici e alle associazioni. Grazie

  3. E’ vergognoso come noi disabili ma capaci, veniamo esclusi dal mondo del lavoro o peggio ci fanno lavorare con tirocini che non portano ad un contratto di lavoro. Noi non avremo mai una pensione, ma solo degli aiuti sociali che ci deprimono perche` vogliamo un lavoro non soldi miseramente regalati. Senza lavoro non c`e` dignitá. Si potrebbero dire milioni di cose, ma cio’ che conta davvero é la nostra vita, chi ha famiglia e figli da mantenere, si batte contro un “sistema vergognoso” e` dire poco. Vorrei poter iscrivermi a queste associazioni e poter dire la mia opinione. Grazie dell` attenzione

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