IL LAVORO IN SARDEGNA

 

Futuro possibile o una speranza tradita per i disabili disoccupati?

I dati sull’occupazione dei disabili sono allarmanti e tendono progressivamente a peggiorare. In Italia otto disabili su dieci risultano disoccupati. Dai dati comunicati nell’ultima relazione al Parlamento (2013) solo i 6,1% dei circa 700mila iscritti alle liste dei disoccupati ha trovato lavoro. In Sardegna oltre 38 mila sardi disabili sono disoccupati e la mancata copertura nella sola amministrazione regionale ammonta a 464 su una quota complessiva di 522 posti riservati. La stima è oltre l’80% di posti non coperti e tende a salire se si tiene conto dell’insieme della Pubblica Amministrazione sarda. E in particolare del Servizio Sanitario regionale.

Una situazione drammatica, che penalizza e punisce i numerosi sardi disabili disoccupati. La mancanza di sbocchi occupativi, in un mercato asfittico del lavoro, non lascia possibilità neanche a chi è in possesso di titoli, competenze e professionalità. Come spesso avviene, la responsabilità per la negazione di un diritto, sancito dalla Costituzione, anziché essere attribuita alle decisioni e ai provvedimenti del Governo Nazionale e scelte Regionali, è stata addebitata ai limiti e alla vetustà della legge 68/99.

Questo modo di agire occulta realtà dolorose e discutibili, perché pongono in second’ordine le progressive riduzioni, avvenute in questi anni, da 30 milioni iniziali a 12,5 milioni dei fondi destinati all’inserimento e ai tirocini lavorativi delle persone con disabilità. Così come non si pone in giusto rilievo che il fondo Nazionale e Regionale è alimentato dalle sanzioni amministrative comminate per il mancato rispetto della legge 68/99 e soli i privati sono obbligati a pagare se inadempienti. In realtà la Pubblica Amministrazione, che è la maggiore inadempiente, non versa alcuna sanzione, creando di fatto una disparità di trattamento tra pubblico e privato. Le responsabilità della mancata attuazione della L. 68/99 è dunque conseguenza della scarsa volontà delle pubbliche amministrazione e non come si vuole far intendere a motivi presenti nella legge. Un chiaro esempio di scarsa attenzione alla categoria è data anche dal Jobs Act che con le ultime modifiche confonde ancora di più l’argomento riducendo di fatto quel poco e risicato diritto alla tutela del lavoro dei disabili. Percentuali e numeri in esso contenuti, dimostrano come si voglia eludere un problema esistente che meriterebbe soluzioni e attenzione di ben altro spessore. Nel rispetto della legge 68/99 si pone un problema di qualificazione delle prestazioni dei nuovi assunti con disabilità. Porsi il tema delle prestazioni è interesse generale, soprattutto per l’efficienza dei servizi al cittadino. Percorsi di formazione per l’inserimento nel lavoro, il perseguimento della produttività richiedono la presenza del case manager, una postazione tecnologica adeguata, locali perfettamente fruibili e pienamente accessibili. La qualificazione delle prestazioni passa attraverso la piena responsabilizzazione e la valorizzazione delle competenze del lavoratore con disabilità, pertanto è presupposto indispensabile, già disciplinato dalle leggi attivare procedure di selezione che agevolano l’aspirante evitando fasi concorsuali farraginosi, discriminatori. Il ripristino dei concorsi unici universali al cui interno sia prevista la riserva disposta per Legge, unica strada maestra per valorizzare le competenze e per garantire le stesse condizioni a tutti i partecipanti. Ciò comporta che i requisiti siano acquisiti nella loro pienezza (titolo e scheda attitudini alle mansioni) e che le selezioni siano fondate sulla primazia dei titoli, delle esperienze o altri titoli documentabili dando valore decisivo ai fini delle graduatorie. Questo documento, condiviso e sottoscritto, è l’inizio di un nuovo percorso che servirà a riposizionare l’individuo al centro della società. La dignità di un lavoro, l’indipendenza economica, il diritto alle cure, la libertà di movimento, il diritto allo studio devono trovare la giusta dimensione in un panorama ampio e inclusivo di una realtà sociale che oggi non trova la giusta attenzione.

Proposte

• Costituire un Osservatorio Unico Regionale per la raccolta dati;

• Procedere alla professionalizzazione degli operatori dei Centri per l’Impiego;

• Procedere all’avvio di corsi di aggiornamento sulla L.R. 9 del 17/5/2016 rivolti ai Dirigenti e Funzionari dei Centri per L’impiego.

• Costituire le commissioni specifiche previste dalla legge 68/99 e dalla L.R. n°9 del 17 Maggio 2017 per la profilazione e la redazione della scheda delle mansioni sostenibili dal giovane disoccupato disabile, per costituire documento utile per la partecipazione ai concorsi o per l’assunzione nelle aziende;

• Istituire il disability manager negli enti pubblici superiori a 200 dipendenti;

• Istituire i case manager;

• Istituire una sezione specifica nel sito dell’ASPAL (Agenzia Sarda Politiche Attive Lavoro) che fornisca le tempestive informazioni su selezioni o avvisi pubblici, di tutte le amministrazioni pubbliche sarde, per favorire la partecipazione e la manifestazione di interesse dei giovani disoccupati;

• Predisporre un piano di tirocini formativi, coinvolgendo anche le aziende artigiane, disciplinati da clausole che impediscano forme subdole di sostituzione lavoro e non ripetibili, per altri giovani disoccupati nelle aziende che non procedono ad assunzione;(tirocinifici)

• Promuovere progetti con le istituzioni scolastiche, finalizzati al sostegno di attività scuola-lavoro che rischia di escludere studenti con disabilità; (accordo con Ufficio Regionale Scolastico e destinazione di risorse provenienti da Fondi POR)

• Procedere alla predisposizione della riforma della formazione professionale, dando carattere universalistico e prevedendo la figura del formatore di sostegno.

• Coinvolgere sempre e comunque le organizzazioni di categoria , i sindacati e gli operatori del settore, mantenendo aperto un canale di dialogo e di confronto, accogliendo suggerimenti e/o proposte in un clima collaborativo e sinergico, finalizzato all’applicazione delle norme dell’inclusione lavorativa delle persone disabili.

Cagliari, 26 giugno 2017

Le organizzazioni sottoscriventi:
Associazione Progetto Lavor@bile Sardegna ONLUS
FISH-Sardegna onlus (Federazione Italiana Superamento Handicap)
CGIL Sardegna
UIL Sardegna
CSS Sardegna
FAND Sardegna

IL LAVORO IN SARDEGNA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *