SOS A STRASBURGO DEI DISABILI NON ASSUNTI

image2SASSARI. La vertenza Lavor@bile approda sulla scrivania dei magistrati di Strasburgo. Dopo anni di trattativa estenuante e altrettante promesse vane, i lavoratori disabili dei Centri servizi lavoro (ex uffici di collocamento) hanno imboccato la strada che porta direttamente alla Corte europea dei diritti dell’uomo, l’organo di giustizia internazionale a cui ha aderito da tempo anche l’Italia.L’altro ieri, con una raccomandata, è stato spedito ai giudici internazionali un dettagliato dossier che racconta la loro storia e i diversi tentativi di vedere riconosciuto il diritto al reintegro in servizio con un regolare contratto a tempo indeterminato. Il documento è firmato dai portavoce della costituenda associazione che avrà il nome del progetto, Ermelinda Delogu e Francesco Caria, i quali, senza usare mezzi termini, a nome di tutto il gruppo, puntano l’indice contro la Regione sarda accusandola di avere adottato nei loro confronti un atteggiamento discriminatorio.«L’immobilismo fino ad oggi perpetrato dall’istituzione in oggetto (la Regione Sardegna ndc) – è scritto nella lettera di accompagnamento del plico – ci porta alla denuncia formale presso gli uffici competenti affinché un intervento immediato e risolutivo ponga fine alla vergogna a cui ci hanno costretto».

Alla denuncia formale fa seguito la sintesi dei fatti che, a dire dei portavoce dell’associazione, sarebbero all’ origine della discriminazione. Fatti che risalgono al 2006, quando, per far fronte all’aggiornamento del sistema informatico dei Csl, la Regione sarda, dopo una selezione pubblica, attingendo dalle graduatorie provinciali, assunse, con contratto a tempo determinato, un certo numero di lavoratori disabili, tutti in possesso della qualifica di operatori di computer. L’operazione riguardò i Csl della Sardegna e nel corso degli anni (attraverso reiterazioni di contratti), questi lavoratori, hanno garantito l’aggiornamento del sistema e la tenuta dei rapporti con migliaia di utenti, molti disabili come loro. Ma a differenza dei lavoratori assunti nello stesso periodo come co.co.co., e qui, stando alla denuncia, scatterebbe la discriminazione, ai disabili di Lavor@bile, nel giugno 2012 viene interrotto il rapporto di lavoro.

Appelli, denunce, richieste di intervento, manifestazioni di protesta, promossi a diversi livelli e in tutte le sedi istituzionali interessate al problema, sono sistematicamente caduti nel vuoto. L’ultima iniziativa, in ordine di tempo, risale alla fine dell’anno scorso quando i Lavor@abile avevano promosso un sit-in a Cagliari di fronte agli uffici della Regione sarda.
In quella sede, dopo essere stati ricevuti dallo staff dell’assessore Mariano Contu, la doccia fredda: «Della nostra vicenda – racconta con amarezza Ermelinda Delogu – non ne sapevano niente, è toccato a noi ricostruire la vertenza di fronte alle facce sorprese dell’assessore e del suo staff e malgrado tutto, nonostante le promesse, la soluzione della nostra vertenza è ancora lontana».
Nei giorni scorsi la decisione di rivolgersi ai giudici di Strasburgo è sembrata a tutti l’epilogo scontato di una vicenda annosa che attende solo di essere risolta. Se i giudici europei che tutelano i diritti dell’uomo accogliessero il riscorso, la Corte imporrebbe allo Stato italiano di intervenire per scrivere, dopo circa otto anni, la parola fine sulla vicenda.

Antonio Meloni

Fonte La Nuova  Sardegna  9 Febbraio 2014

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