Giovedì 17 Novembre 2016 alle 13,30 al teatro Verdi di Sassari io c’ero.
Sono una cittadina italiana e come milioni di italiani il 4 Dicembre 2016 sono chiamata ad esprimere il mio parere sul quesito referendario Renzi/Boschi.
Su questa base e nata la possibilità per chi ha scritto la (pseudo) riforma, di convincermi della bontà della proposta.
Come molte persone spinte da vari motivazioni, curiosità, fanatismo, ignoranza, convinzione, scetticismo, voglia di capire, ecc. ecc. armata di santa pazienza mi sono incamminata verso il teatro Verdi.
Mi sono recata per tempo al luogo dell’incontro, incuriosita e fiduciosa, ho atteso che il grande dispiegamento di forze dell’ordine ci concedesse di entrare all’interno. Finalmente alle 12,50, dopo sommario controllo all’ingresso, ho guadagnato un posto in galleria.
Mentre attendevo che sul palco facesse il suo ingresso il Presidente del Consiglio, svariate persone dello staff mi hanno offerto bandierine incitandomi a sventolarle, ho ascoltato discorsi dispaventati piddini che speravano “vivamente” vincesse il si altrimenti “si mette male per tutti”.
Contrattazioni e accordi fra vecchi politici e nuovi che per l’occasione si erano ritrovati tutti insieme (una rimpatriata da vecchi amici/nemici) uniti da un unico desiderio , non perdere il potere.
Alle ore 13,30 del Premier neanche l’ombra. La musica assordante di Tiziano Ferro prima e di Adele dopo copriva il vociare di chi , come una festa di paese si abbracciava , rideva , stringeva mani tutto come se si fosse lì per un incontro mondano.
Finalmente alle 13,55 dopo che la musica è finalmente cessata ecco che sul palco appare lui, il Premier, il Presidente del Consiglio, l’uomo che gestisce la vita di 60 milioni 656 mila residenti . Di cui gli stranieri sono 5 milioni 54 mila e la popolazione di cittadinanza italiana al 2016 scende a 55,6 milioni, conseguendo una perdita di 179 mila residenti. Fuga di cervelli? Italiani che migrano alla ricerca di un futuro? Chissà!! Fatto sta che eccolo lì, pantalone nero a sigaretta, cravatta nera e camicia bianca con le maniche piegate fin quasi al gomito. L’ho guardato bene e devo dire che è il sosia perfetto di Mister Bean, stessa faccia, stesso sguardo. Microfono in mano inizia a parlare e parte con l’argomento preferito dagli ipocriti ; i disabili. Resto un attimo stupita e penso “ma vuoi vedere che nel referendum si parla di noi disabili ed io non mi sono accorta?” ma poi, con un sospiro di sollievo mi rendo conto che è solo una mossa politica. Non corriamo questo pericolo, di noi si parla solo per attirare l’attenzione della gente. Passeggia avanti e indietro quasi da veterano del palco e comincia la carrellata dei nemici da deridere, schernire , imitare. Ora è Berlusconi “mi consenta”, ora Salvini, poi Grillo, c’è ne anche per Dalema, Cirino Pomicino, De Mita, e io attendo, penso “ma prima o poi spiegherà perchè devo dargli credito e votare la sua proposta”. No perchè poi è la volta della Merkel, dell’Europa, e poi migriamo in America . Tronfio di aver stretto la mano al Presidente degli Stati Uniti Barak Obama, quasi proprio come i bambini quando portano a casa un bel voto e si aspettano la ricompensa.
Vabbè dico, ora parlerà del referendum e perchè dovrei votare si. Così mentre passeggia amabilmente sul palco, tra una battuta e l’altra, ilsimpaticone dice “ora arriviamo al referendum”… penso ecco ci siamo, a grandi passi si avvicina a un piccolo pulpito piazzato a un lato del palco e poggiando il microfono che teneva in mano , con fare teatrale, afferra con entrambe le mani i due microfoni del palchetto atteggiando la postura e falsando la voce, mima un ipotetico intervento in Parlamento il 5 Dicembre dopo la vittoria del NO
e dice << Onorevoli colleghi, ieri gli italiani hanno espresso il loro rifiuto alla riforma e ci hanno detto no alla riduzione dei parlamentari, noi abbiamo l’obbligo di rispettare la loro volontà quindi dobbiamo restare tutti noi, perchè non possiamo ignorare la volontà popolare>>…. ma come, penso, e poi? Ma nel frattempo tra l’ilarità generale e gli applausi del pubblico , lui continua il suo show per lunghi interminabili minuti. Dopo 55 minuti di un monologo che mortifica l’intelligenza umana termina il suo spettacolo e tenta, bugiardamente di guadagnare l’uscita … e qui , credo, si tocchi il fondo del fondo, ecco che sul palco salgono i giganti della Dinamo accompagnati dal loro Presidente e come d’incanto si materializzano sul palco un rigido Francesco Pigliaru, con un goffo Gianfranco Ganau e un ridicolo Nicola Sanna. Boato di applausi degno dei migliori stadi . Dietro di loro troneggia lo slogan per votare si ed io basita guardo la scena pietosa che si sviluppa davanti ai miei occhi. Mentre mi avvio, delusa, all’uscita rifletto su quanto ho vissuto in quelle ultime ore. Ho voluto tentare di capire le ragioni del si. Ho voluto provare a dare il beneficio del dubbio per un quesito che cambierà le sorti dell’Italia e del futuro degli italiani. Invece ho assistito a uno spettacolo degno del peggiore dei comici …ma lui non è un comico ….lui è il Presidente del Consiglio.
Lui, l’amicone, il simpaticone, stringe mani con il sorriso plastificato sul viso di Mister Bean, marcato stretto dal suo compagno di merende sardo, tale Gavino Manca, consigliere regionale che ha votato al pari degli altri in Consiglio Regionale per mortificare la nostra Sassari declassandola a “rete metropolitana” mentre Cagliari Città metropolitana viene sommersa da milioni di euro, quello che ha ucciso, appoggiando una politica scellerata, i trasporti del nord Sardegna compromettendone tutta l’economia, lo stesso che è stato rinviato a giudizio per circa 52mila euro di fondi al partito spesi senza giustificazioni , un uomo del PD sardo che viene definito renziano di ferro, lui, l’amico della star, che ora va via , lasciando me e tante altre brave ed intelligenti persone, lì, schiantate sull’asfalto di Via Politema, attonite per il nulla al quale abbiamo assistito concirca 52mila euro di fondi al partito spesi senza giustificazioni , un uomo del PD sardo che viene definito renziano di ferro, lui, l’amico della star, che ora va via, lasciando me e tante altre brave ed intelligenti persone, lì, schiantate sull’asfalto di Via Politema, attonite per il nulla al quale abbiamo assistito con l’interrogativo negli occhi e nella mente <<perchè dovrei votare si?>> .
Ecco, ora, dopo tutto questo , convintamente e conoscendo molto bene la minaccia della proposta di modifica della Costituzione più bella del mondo io dico NO, IO VOTO NO. E non lo faccio contro Renzi, lo faccio perchè sono una cittadina attenta e responsabile , lo faccio perchè voglio capire quale riforma è quella che garantisce l’immunità proprio ai “nuovi” senatori che Renzi/Boschi vogliono, con il più spregevole dei privilegi che viola il diritto che garantisce l’uguaglianza davanti alla Legge,
Chi mi spiega questo?
Ma non solo. Tante erano le domande, rimaste oramai senza risposta. Perciò IO VOTO NO.
Sono Ermelinda Delogu Presidente dell’Associazione Progetto Lavor@bile Sardegna ONLUS un’associazione di disabili , oltraggiata e offesa dalla politica del PD di Renzi e dal PD sardo, che apre un dibattito parlando proprio di chi conosce bene la sofferenza, perché la vive tutti i giorni, nel silenzio totale di lui e del suo Governo nazionale e regionale.
Presidente
Ermelinda Delogu