SIT IN DEI LAVORATORI DISABILI GANAU: SCRIVERÒ ALL’ASSESSORA

CAGLIARI. La denuncia è secca: «L’assessorato al lavoro e l’Aspal hanno fallito: ci sono ancora 37mila disabili iscritti nei centri per l’impiego che non hanno avuto una risposta nonostante siano…

CAGLIARI. La denuncia è secca: «L’assessorato al lavoro e l’Aspal hanno fallito: ci sono ancora 37mila disabili iscritti nei centri per l’impiego che non hanno avuto una risposta nonostante siano iscritti al Progetto Lavorabile che prevede anche la stabilizzazione nell’organico dell’Agenzia del lavoro. Davanti al Consiglio regionale è cominciata la protesta: andrà avanti per tre giorni, come annunciato dall’associazione Progetto onlus. «I 37mila iscritti alle liste – secondo Ermelinda Delogu, portavoce del gruppo – sono una realtà che non interessa la politica, ci si ricorda di loro, ipocritamente, solo quando ci sono le elezioni». La denuncia riguarda anche la messa a bando dei 404 posti scoperti, quota destinata ai disabili, nell’amministrazione regionale. Una delegazione dell’associazione è stata ricevuta dal presidente del Consiglio Gianfranco Ganau. «Scriverò una lettera all’assessora Mura e al direttore generale dell’Aspal Temussi – s’è impegnato Ganau – per verificare se la vertenza possa essere risolta in tempi brevi».

Fonte La Nuova Sardegna 18 Aprile  2018

PROGETTO LAVOR@BILE:GANAU INCONTRA I RAPPRESENTANTI DELL’ASSOCIAZIONE

Il presidente del Consiglio regionale ha incontrato questa mattina la presidente e il vice presidente dell’associazione Progetto Lavor@bile Sardegna, Ermelinda Delogu e Aurelio Monni, impegnati insieme alle associazioni dei disabili nella manifestazione di protesta sotto il palazzo del Parlamento sardo

Al massimo rappresentante dell’Assemblea sarda è stata illustrata l’intricata vicenda della mancata applicazione delle leggi di stabilizzazione destinate ai lavoratori del progetto Lavor@bile, iniziativa sperimentale nata nel 2006 per contribuire alla formazione professionale dei disabili. La denuncia rivolta alla Regione Sardegna riguarda l’applicazione delle leggi destinate ai disabili del progetto, in particolare la mancata assunzione in ASPAL di 37 lavoratori precari, la corretta applicazione della legge 68 del 1999 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) con la messa a bando dei 404 posti scoperti, quota destinata ai disabili, nell’amministrazione regionale, e l’apertura di un tavolo di discussione con l’assessorato regionale al Lavoro sulle proposte avanzate dalle associazioni e dalle sigle sindacali. «Scriverò una lettera all’assessora regionale del Lavoro, Virginia Mura e al direttore generale dell’Aspal, Massimo Temussi – si è impegnato nel corso dell’incontro il presidente Ganau – per capire le ragioni di questa situazione e verificare se esistono soluzioni percorribili per il superamento di una situazione lavorativa di precarietà, al fine di valorizzare al meglio l’esperienza che le persone con disabilità, occupate con contratto a termine, hanno maturato negli anni nei servizi per l’impiego».

La Redazione 

Sardegna Reporter 17/04/2018

I DISABILI SCENDONO IN PIAZZA A CAGLIARI

Da martedì sit-in di 3 giorni davanti alla Regione contro il mancato rispetto del loro diritto al lavoro

SASSARI. I lavoratori disabili scendono in piazza e lo fanno a muso duro per rivendicare un diritto sacrosanto di cui, più che mai, chiedono il rispetto. Tre giorni di protesta sotto la sede del consiglio regionale per chiedere a gran voce l’applicazione di una legge dello Stato che garantisce l’assunzione a donne e uomini da anni impegnati in una vertenza travagliata. Si sono dati appuntamento il 17 aprile a Cagliari, in via Roma, sotto la sede dell’assemblea regionale, per gridare tutta la loro rabbia dopo anni di rivendicazioni, lettere senza risposta e richieste inascoltate. Fino a giovedì 19 istituiranno un presidio fisso per raccontare alla gente le loro storie difficili nella speranza che qualcuno, dal Palazzo, apra un dialogo con loro. Non saranno soli, avranno il sostegno di una ventina tra associazioni sindacali e di tutela che hanno fatto propria la battaglia quotidiana di 37 mila sardi disabili iscritti nelle liste dei centri per l’impiego. Puntano l’indice contro il governatore Pigliaru e l’assessora al Lavoro Mura ai quali, negli ultimi anni, dicono di avere indirizzato diversi appelli, caduti desolatamente nel vuoto.
Al centro della vertenza c’è l’applicazione delle legge 68 del 99 che sancisce il diritto dei disabili ad avere un lavoro garantendo quel minimo di dignità che consente a persone come loro di vivere serenamente. Portavoce di questa protesta è una donna, Ermelinda Delogu, presidente dell’associazione regionale progetto Lavor@bile, nata a Sassari qualche anno fa per tutelare il diritto dei lavoratori con disabilità.
«Dopo tanto patire – spiega – ciò che ci lascia basiti sono il silenzio e l’indifferenza del governatore Pigliaru e dell’assessora Mura che non hanno mai risposto alle nostre continue richieste di applicare i termini di una legge che riconosce la nostra condizione, garantisce il lavoro, ma senza ricorrere a surrogati come i tirocini che mortificano la dignità dei disabili e creano false aspettative».
Secondo la denuncia, l’80 per cento circa dei posti riservati ai disabili nella pubblica amministrazione sarda non è coperto, come dire che su una quota di 404 posti disponibili, solo 118 sarebbero occupati da lavoratori con disabilità.
«Siamo davanti a un fallimento totale – incalza Delogu – dovuto all’assenza di politiche attive per il lavoro e di progetti inclusivi destinati ai disabili, ma ciò che più sorprende è che il lavoro era un punto fermo del programma politico tracciato a suo tempo dal governatore Pigliaru». Temi delicati che saranno anche al centro di un convegno in programma a Sassari il prossimo giugno, a cui saranno invitati esperti di settore, esponenti politici, ma soprattutto lavoratori disabili che racconteranno in diretta le loro battaglie quotidiane. Tutto parte da un documento programmatico stilato a Cagliari la scorsa primavera – primi firmatari le associazioni Lavor@bile e Fish (Federazione italiana superamento handicap) – ma sottoscritto anche da Cgil, Uil, Federazione sindacale sarda e Fand (Federazione fra le associazioni nazionali delle persone con disabilità).
Una piattaforma in 11 punti trasmessa al governatore Pigliaru, all’assessora Mura e al direttore generale dell’Aspal Massimo Temussi e per la quale non sarebbe mai arrivata alcuna risposta. Dopo anni di battaglie e appelli inascoltati, ai disabili, dunque, non resta che la piazza.

Antonio Meloni

Fonte La Nuova Sardegna 14 Aprile 2018

TEO DI CAPOTERRA, CAMPIONE DI NUOTO DISABILE: “LE MIE MEDAGLIE ANTIDOTO AI PREGIUDIZI”

Un trauma alla nascita lo costringe a non poter utilizzare le gambe, ma sorprende tutti con le medaglie vinte nel nuoto. Teo Contu, 40 anni, lotta da sempre contro i pregiudizi: “Da dieci anni sono disoccupato e campo con 280 euro al mese. Troppe persone vedono i disabili come lebbrosi, siamo semplicemente esseri umani”

Una vita costellata dalla rapidità, per quanto possa apparire come un controsenso. Rapidità nella vasca della piscina Promogest di Quartu, rapidità nel lottare contro chi lo vede come un “diverso”. Anzi: “Come un lebbroso, ma sono solo disabile”. Matteo Contu, Teo per tutti, ha 40 anni ed è di Capoterra. Un trauma da parto lo costringe a convivere con la sua carrozzella. Lavorativamente parlando, la situazione è grigia: “Sono disoccupato da dieci anni, ho lavorato in due Centri per l’impiego a Cagliari e Assemini, poi per qualche mese al Comune di Capoterra”. Poi, da agosto 2008, più nulla. Teo vive con 280 euro di pensione per via della sua invalidità, “al cento per cento”. Impossibile costruirsi un qualunque futuro, “abito ancora con i miei, ma l’indipendenza economica è fondamentale per poter vivere un’esistenza degna di questo nome”.
 Quando indossa il costume ed entra nell’acqua della piscina, Teo stupisce tutti: molte le medaglie vinte, uno “schiaffo” bello e buono a chi lo vede come un cittadino di serie B. “Una volta stavo festeggiando un compleanno in un locale. Dovevo andare in bagno, quello per disabili era lo stesso delle donne. Una signora si è spaventata e ha iniziato a urlare, appena ha visto che ero in carrozzella è sbiancata e se ne è andata in silenzio”, racconta, amareggiato, il 40enne. Teo guida l’automobile, “vengo spesso a Cagliari, ma è una città ancora imbrigliata da troppe barriere architettoniche, oltre a pochi stalli per noi disabili, quasi sempre occupati da abusivi”. Il desiderio più grande, oltre quello di trovare un’occupazione? “Non essere più visto come uno che ha la lebbra. Tutti hanno dei limiti, anche i normodotati”.
 
Paolo Rapeanu
 
Fonte Casteddu Online 13 Aprile 2018
 

ELEONORA, MAMMA DISABILE DI URAS: “A 43 ANNI COSTRETTA A DIPENDERE ANCORA DA MIO PADRE”

Storie di disabili “fantasmi” nel mondo del lavoro. Eleonora Perria ha una paresi a un braccio, e non prende un centesimo per la sua invalidità. Dopo l’occupazione al Centro per l’impiego di Mogoro il nulla, dal 2010 è a casa: “Non voglio nessuna ‘elemosina’, voglio sudarmi i soldi lavorando”

La vita di Eleonora cambia per sempre quando ha due anni e mezzo. Un ubriaco alla guida di un’auto ha un frontale con la vettura nella quale viaggia insieme ai suoi genitori: “Allora non esistevano i seggiolini, ero in braccio a mamma”. Risultato: una delle braccia si blocca. Una paresi, parola tanto “semplice” quanto, a livello pratico, devastante. Eleonora Perria è invalida al 50 per cento. Per la legge italiana, non ha diritto neanche a un soldo bucato di pensione. “Sono nata in Piemonte, poi nel 1985 sono arrivata in Sardegna insieme ai miei genitori”. Qui, la 43enne si è diplomata in Ragioneria, si è sposata e ha avuto una figlia, che oggi ha sei anni. Il lavoro? C’è stato, ma anni fa: “Alla Csl di Mogoro come impiegata”. Nel 2010 l’inizio del calvario della disoccupazione. Il marito fa il libero professionista, quindi non c’è uno stipendio sicuro.
“Alla mia età sono ancora costretta a dipendere da mio padre, che ci aiuta con la sua pensione. Ringrazio il cielo che ci sia ancora”, dice, quasi commossa, Eleonora, “so di avere un braccio fuori uso ma non ne faccio un dramma. Non mi sono mai fatta prendere in giro da nessuno. Ho voglia di lavorare, anche se non riesco a fare qualunque mestiere voglio comunque darmi da fare. Non voglio nessuna ‘elemosina’ da parte della Regione, voglio sudarmi ogni singolo euro. Lavorando onestamente”.

Paolo Rapeanu

Fonte Casteddu Online 13 Aprile 2018

DISABILI, PROTESTA DAVANTI CONSIGLIO

In piazza per chiedere stabilizzazione con progetto Lavor@bile

 

Le associazioni dei disabili, i disabili e i loro familiari scendono in piazza per una tre giorni di protesta con un’occupazione dei portici del Consiglio regionale, a partire da martedì 17 aprile, dalle 11. In particolare i lavoratori disabili del Progetto Lavor@bile denunciano l’emblematica vicenda della mancata applicazione delle leggi di stabilizzazione nell’organico Aspal destinate ai lavoratori disabili. “La mancata applicazione della Legge 68/99 che disciplina i criteri di assunzione dei disabili ha portato, in condivisione con sigle sindacali e associazioni di categoria, ad un documento di proposte inviato via pec al presidente della Regione e che è stato totalmente ignorato”. I lavoratori stigmatizzano anche “l’assenza di dialogo con l’amministrazione politica regionale. I circa 37mila disabili iscritti ai centri per l’impiego della Sardegna, sono una realtà che non interessa la politica, ci si ricorda di loro, ipocritamente, solo quando si è in prossimità di elezioni”. Nel frattempo il prossimo 15 giugno a Sassari ci sarà un convegno che ripropone il documento programmatico e sviscererà l’argomento con l’intervento di alcuni esperti.

La Redazione

Fonte Ansa Sardegna 11 Aprile 2018

CAGLIARI, DISABILI IN PIAZZA: “CHIEDIAMO IL RISPETTO DELLA LEGGE, STABILIZZATE I LAVORATORI INVALIDI”

L’occupazione si svolgerà in tre giorni con la presenza in pianta stabile dei lavoratori disabili del ‘Progetto Lavor@bile’

 
Il 17 Aprile, dalle ore 11 sotto i portici del palazzo del Consiglio Regionale in via Roma, a Cagliari, si terrà una manifestazione che vedrà coinvolte le associazioni dei disabili, i disabili, i loro familiari e amici e tutti i cittadini che condividono i principi della protesta.
L’occupazione si svolgerà in tre giorni con la presenza in pianta stabile dei lavoratori disabili del ‘Progetto Lavor@bile’. L’argomento da cui prenderà spunto è l’emblematica vicenda della mancata applicazione delle Leggi di stabilizzazione destinate ai lavoratori disabili del Progetto Lavor@bile nell’organico ASPAL (www.associazioneprogettolavorabilesardegna.it pagina Facebook Associazione Progetto Lavorabile Sardegna onlus).
Da anni ormai l’Associazione Progetto Lavor@bile Sardegna ONLUS con la collaborazione della FISH Sardegna, è diventata capofila nella lotta alla discriminazione lavorativa dei disabili. La mancata applicazione della Legge 68/99 che disciplina i criteri di assunzione dei disabili , “rendendoli cittadini liberi” scrivono nel comunicato, ha portato a una serie di convegni sul territorio sardo. L’ultimo è stato quello tenutosi a Cagliari il 26 Giugno 2017 dal quale , in condivisione con sigle sindacali e associazioni di categoria “ si è giunti a un documento di proposte inviato via pec al Presidente della Regione Sardegna. Malgrado l’importanza delle proposte/segnalazioni , il documento è stato totalmente ignorato. L’assenza di dialogo con l’amministrazione politica regionale, ancora una volta, pone in evidenza le criticità e la sofferenza che i cittadini sardi devono subire”. “I circa 37mila disabili iscritti ai centri per l’impiego della Sardegna, sono una realtà che non interessa la politica, ci si ricorda di loro, ipocritamente, solo quando si è in prossimità di elezioni. La protesta che si sta organizzando , chiede a gran voce rispetto delle Leggi e riconoscimento della dignità lavorativa come Costituzione prevede per tutti i cittadini italiani, senza classificazioni di serie A o di serie B e a tal proposito il giorno 15 Giugno 2018 a Sassari si sta organizzando un convegno che ripropone il documento programmatico e lo sviluppo dell’argomento tramite esperti, arricchitto anche da testimonianze che metteranno in risalto le criticità o i successi dell’inserimento lavorativo disabili sul territorio sardo”, proseguono. La denuncia che verrà fatta in piazza il 17 Aprile riguarderà l’applicazione delle Leggi destinate ai disabili del Progetto Lavor@bile con l’assunzione in ASPAL, la corretta applicazione della Legge 68/99 e la messa a bando dei 404 posti scoperti nell’amministrazione regionale, quota disabili e l’apertura di un tavolo di discussione sulla base delle proposte inviate dalle associazioni e dalle sigle sindacali.

La Redazione

Fonte CagliariPad 11 Aprile 2018

 

MANIFESTAZIONE 17 APRILE 2018

COMUNICATO

Il giorno 17 Aprile  2018 dalle ore 11 sotto i portici del palazzo del Consiglio Regionale i n  Via Roma a Cagliari si terrà una manifestazione che vedrà coinvolte le associazioni dei disabili, idisabili , loro familiari e amici, tutti i cittadini che condividono i principi della protesta.L’occupazione si terrà in tre giorni con la presenza in pianta stabile dei lavoratori disabili del Progetto Lavor@bile. L’argomento da cui prenderà spunto è l’emblematica vicenda della mancata applicazione delle Leggi distabilizzazione destinate ai lavoratori disabili del Progetto Lavor@bile nell’organico ASPAL (www.associazioneprogettolavorabilesardegna.it pagina Facebook Associazione Progetto Lavorabile Sardegna onlus )

Da anni ormai l’Associazione Progetto Lavor@bile Sardegna ONLUS con la collaborazione d ella FIS HSardegna ,  è  divenuta capofila nellalotta alla discriminazione lavorativa dei disabili.La mancata applicazione della Legge 68/99 che disciplina i criteri di assunzione dei disabili , rendendolicittadini liberi, ha portato a una serie di convegni sul territorio sardo. L’ultimo è stato quello tenutosi a Cagliari il 26 Giugno 2017 dal quale , in condivisione con sigle sindacali e associazioni di categoria si ègiunti a un documento di proposte inviato via pec al Presidente della Regione Sardegna. Malgrado l’importanza delle proposte/segnalazioni , il documento è stato totalmente ignorato. L’assenza didialogo con l’amministrazione politica regionale, ancora una volta, pone in evidenza le criticità e lasofferenza che i cittadini sardi devono subire.I circa 37mila disabili iscritti ai centri per l’impiego della Sardegna, sono una realtà che non interessa la politica, ci si ricorda di loro, ipocritamente, solo quando si è in prossimità di elezioni.

La protesta che si sta organizzando, chiede a gran voce rispetto delle Leggi e riconoscimento delladignità lavorativa come Costituzione prevede per tutti i cittadini italiani, senza classificazioni di serie A o
di serie B e a tal proposito il giorno 15 Giugno 2018 a Sassari si sta organizzando un convegno che ripropone il documento programmatico e lo sviluppo dell’argomento tramite esperti, arricchitto anche datestimonianze che metteranno in risalto le criticità o i successi dell’inserimento lavorativo disabili sul territorio sardo.

La denuncia che verrà fatta nella pubblica piazza il giorno 17 Aprile sarà:

• l’Applicazione delle Leggi destinate ai disabili del Progetto Lavor@bile con l’assunzione in ASPAL

• la corretta applicazione della Legge 68/99 e la messa a bando dei  404 posti scoperti nell’amministrazione regionale, quota disabili

• l’apertura di un tavolo di discussione sulla base delle proposte inviate dalle associazioni e dalle sigle sindacali

   Presidente
Ermelinda Delogu

COMUNICATO MANIFESTAZIONE DEL 17 APRILE 2018

IL SOGNO ROMANO DEI CONSIGLIERI REGIONALI, IN 12 CANDIDATI ALLE POLITICHE

Sono undici i consiglieri regionali candidati alle Politiche del 4 marzo ). Considerando che nella massima assemblea dell’Isola siedono in sessanta, significa che per un posto in Parlamento corre il 20 per cento degli onorevoli attualmente in carica.Il primo della lista è il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, che ha sciolto le riserve domenica 28 gennaio, dopo che il Pd ha dato un ultimo ritocco alle candidature. Ganau corre per il Senato nel collegio uninominale del Nord Sardegna. A Sassari il capo dell’assemblea sarda, medico di professione, è stato sindaco. Sempre in quota Pd, ma per la Camera, sono ufficialmente aspiranti parlamenari il sassareseGavino Manca, l’ogliastrino Franco Sabatini e l’oristanese Antonio Solinas. Manca è il capolista nel collegio proporzionale del Centro-Nord (allargato al Nuorese e all’ex provincia di Tortolì-Lanusei); Sabatini e Solinas corrono invece nelle circoscrizione uninominali. L’uno a Nuoro-Ogliastra, l’altro a Oristano e provincia. Ancora tra i consiglieri di maggioranza, alle Politiche del 4 marzo si presenta pure Luca Pizzuto, l’ex Sel passato con l’Mdp-Art1. Quella di Pizzuto è però una candidatura di servizio, sebbene debba cercare voti: il suo nome è infatti terzo in lista con Liberi e uguali (Leu), il cartello elettorale capeggiato dal candidato premier Pietro Grasso. Per il Senato corre invece il socialista Raimondo Perra e lo fa da capolista nel collegio unico regionale attraverso la lista Insieme. Si tratta del cartello elettorale che raccoglie socialisti, verdi e a civici e a livello nazionale rivendica il fatto di essere stato il primo raggruppamento a decidere di correre alle Politiche da alleato de Pd 8gli altri sono +Europa-Cd e la Civica popolare della ministra Lorenzin). Perra è il presidente della commissione Sanità e Politiche sociali. Fuori dalla Sardegna è invece capolista Anna Maria Busia, la quota Cd del Consiglio regionale. Per le Politiche del 4 marzo, il Centro democratico ha preso le distanze dal Campo progressista, di cui la Busia ha comunque parte, stringendo una doppia alleanza: interna coi Radicali di Emma Bonino e di coalizione insieme al Pd e al resto del centrosinistra. La Busia è candidata in due collegi della Puglia e in uno della Toscana, una storia al contrario rispetto a quella dell’emiliano Claudio Grassi paracadutato in Sardegna dai Leu. A Montecitorio punta al ritorno Giorgio Oppi, il leader sardo dello scudo crociato che è già stato deputato nel 2006 (legislatura breve per la sfiducia a Prodi) e rieletto nel 2008. Ma l’anno successivo Oppi si è ricandidato alle Regionali, alternando il ruolo da consigliere a quello di assessore all’Ambiente. L’esponente centrista è il capolista di ‘Noi con l’Italia’ nel collegio Centro-Sud (Cagliari, Sulcis, Medio Campidano e Oristano). Oltre a Ganau e Perra, per il Senato corre anche il consigliere regionale Christian Solinas, segretario sardo del Psd’Az e fresco di accordo con la Lega. Solinas è il capolista nella circoscrizione unica regionale, ma è candidato pure nella lista di Matteo Salvini nella circoscrizione Lombardia 4 (Milano). Il gruppo di Forza Italia tenta la scalata al Parlamento con tre esponenti della massima assemblea regionale. Sono tutti in corsa per Montecitorio, a cominciare dal capogruppo azzurro, Pietro Pittalis, capolista nel collegio Centro-Nord, dove è candidato, nella stessa posizione, il dem Gavino Manca. Campagna elettorale già iniziata anche per Giuseppe Fasolino, il gallurese del centrodestra in Consiglio regionale. Fasolino, sindaco di Golfo Aranci, si presenta nella circoscrizione uninominale di Olbia-Tempio. Infine l’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci, coordinatore di Forza Italia in Sardegna, è candidato in due diversi collegi: l’uninominale di Cagliari (capoluogo più alcuni Comuni limitrofi) e il proporzionale del Centro-Sud che include il Sulcis e il Medio Campidano. Questa è la circoscrizione in cui, sempre in quota centrodestra, corre pure Oppi.

Alessandra Carta

Fonte Sardinia Post 30 Gennaio 2018

L’EUROPA ELIMINA GLI AIUTI ALLA SICILIA: COSÌ IMPARERETE A NON SPRECARE SOLDI

Respinto il ricorso contro il taglio dei contributi da 380 milioni

Niente da fare, respinto anche il ricorso presentato dall`Italia contro la decisione della Ue di tagliare 380 milioni di euro dei fondi da destinare a progetti e investimenti per la Regione Sicilia.
Il Tribunale di prima istanza di Lussemburgo ha confermato quanto già deciso dalla Commissione. Niente soldi a chi non sa spenderli o li spende male.
La decisione riguarda una tranche dei fondi messi a disposizione da Bruxelles dietro la presentazione da parte della Regione della cosiddetta «Agenda 2000», un vademecum per il periodo 2000-2006. Secondo quanto ricostruito nove anni dopo dagli ispettori comunitari erano tante le irregolarità nella gestione dei fondi provenienti dall’Unione Europea. Entrando nel dettaglio, erano state registrate alcune irregolarità – come ricorda con un tweet il corrispondente di Radio Radicale da Bruxelles, David Carretta – quali: «operazioni relative a progetti presentati dopo la naturale scadenza del termine di presentazione delle domande; spese di personale non correlate al tempo effettivamente impiegato per i progetti; consulenti esterni privi delle qualifiche richieste; giustificativi di spesa insufficienti; spese non attinenti; esecuzione delle attività non conforme alla descrizione dei progetti; e violazione della procedure di appalto e di selezione di docenti e consulenti». Si tratta di accuse pesanti che disegnano un’allegra gestione dei fondi europei.
Da queste conclusioni è nata la sentenza del Tribunale di Lussemburgo cui l’Italia si è opposta presentando un ricorso difeso sia dai legali della Regione Siciliana sia dall’Avvocatura di Stato. Purtroppo il ricorso è stato respinto e adesso quei soldi non verranno più assegnati al nostro Paese. I giudici, chiamati nuovamente a pronunciarsi, hanno ribadito infatti l’esistenza di errori di sistema, causati soprattutto dall’inadeguatezza dei sistemi di vigilanza sulla trasparenza dell’uso stesso dei fondi. Le prime reazioni sono di sconcerto. «La restituzione dei fondi europei? – commenta Claudio Barone della Uil siciliana – Un disastro per le casse della nostra Regione che causerà non pochi problemi in un momento ancora critico per l’isola. Adesso bisogna evitare che questo grave errore si ripeta e rafforzare subito la capacità di spesa di queste risorse, le uniche disponibili per avviare investimenti e rilanciare lo sviluppo».
I cinquestelle, intanto, chiedono i nomi dei responsabili e si appellano al presidente della Regione, Nello Musumeci, esortandolo ad avviare subito «un`indagine interna per dire i nomi e i cognomi dei soggetti che hanno portato a questo disastro storico e certificato», come recita un comunicato firmato tra gli altri dall`eurodeputato Ignazio Corrao.

Pier Francesco Borgia

Fonte Il Giornale 26 Gennaio 2018